Ali e Ombre hanno attraversato l’incontro di Mercoledì 15 novembre.
I poeti hanno letto due poesie ciascuno, condividendo intorno a un tavolo emozioni, ricordi, dolori. Il bisogno di volare, di staccarsi dalla realtà per ritrovarsi più forti e più liberi, ha accomunato le varie letture. Sono state poi invocate da ciascun poeta quelle ombre che portano conforto nei momenti di difficoltà.
Il poeta Fulvio Segato, oltre a leggere una poesia in dialetto triestino, ha parlato della “terribile umanità”, santa e cacciatrice, che nei secoli si è modellata e migliorata con usi, costumi e leggi, ma senza perdere la sua natura ribelle.
Elena Giacomin ha letto poesie di rabbia per un amore che ha lasciato tante ferite.
Giuseppe Curci e Mark Veznaver hanno letto, l’uno in traduzione, l’altro nelle lingue originali, le poesie di Pablo Neruda e Jaques Prevert, sussurrando di ombre che si sovrappongono, di un sole che illumina, di demoni e meraviglie.
Nunzia Piccinni ha raccontato coi suoi versi di una “solitudine da baciare e accarezzare”, magari di notte quando si accende un’interessante oscurità che protegge difetti e debolezze dagli sguardi altrui.
Vittorio Comisso ha letto versi intrisi di passione e di nostalgia per il tempo che è passato.
Elena Giraldi si è scoperta capace di prendere il volo, nonostante le sue fragilità, confortata anche dal sorriso di un barbone che la guarda da una panchina e del quale lei ci regala un ritratto tenero e struggente.Il poeta Hari Bertoja ha manifestato con le letture, tratte dal suo libro “L’uovo che amò le ali”, l’amore per la vita raccontata da un padre a un figlio, partendo dalle riflessioni di quando a 15 anni scriveva: “Quando tutto nasce, tutto deve ancora morire”, e arrivando poi a una consapevolezza più matura.
Gabriella Valera ci ha portato coi suoi versi nel cielo di Londra, interrogando la Luna e i suoi misteri, cercando di comprendere le distanze che ci separano dall’Infinito.
Ottavio Gruber ha concluso il giro delle letture con una delicata poesia sull’eternità del vero amore, quello che non conosce età e limiti; quello che non ha bisogno di parole o gesti eclatanti perché si svela con quello sguardo che solo la persona amata può comprendere e ricambiare.
Nunzia Piccinni
La sintesi di Nunzia Piccinni dà il senso non solo dell’incontro di mercoledì 15 novembre ma anche del modo in cui si lavora sul nostro linguaggio mentre si racconta il nostro essere nel mondo, il nostro posizionarci nel tempo e nello spazio che diventa relazione e immagine.