Abbiamo percorso l’incontro del 22 novembre sul tema del sogno.
Ha inaugurato le letture Vittorio Comisso, con una poesia in inglese, scritta con animo tormentato da una perdita amorosa: “cosa rimane? Sono di fronte a un’altra faccia giovane che mi ha preso in giro e ha schiacciato i miei sentimenti come un povero Charlie Brown”. Il ritmo che riporta al blues, è ricercato da Vittorio che si perfeziona in tal senso di poesia in poesia.
Ritorna la dolcezza con la poesia di Maria Luisa Grandi: le sue poesie spesso danno l’impressione di un rapporto onirico con la natura. Isa ha letto una poesia tra “sogno e logica”, “bugia e vita”, cominciata tra il lento divenire della notte e lo spuntare dell’alba. Ci ha colpito molto il suo sorriso nel cominciare a leggerla. Come se risentisse tutta la gioia di quel momento in cui si prende la penna e si dà voce al pensiero, al esntimento e la poesia nasce. Poi non è mancato un confronto su qualche suo verso che lasciava dubbi.
Ancora la natura nella poesia di Elena Giacomin che abbimao scelto come “poesia della serata” .
ELENA GIACOMIN
Sono qui
come legno sull’onda
che si fa cullare e trasportare
e non sa su quale spiaggia
approderà per riposare.
Guardo oltre l’attimo presente
e incontro sconfinati orizzonti
impregnati dal tempo:
il tempo che mi resta,
il tempo che è fuggito.
Avverto dentro l’anima
una sottile sofferenza infinita
per le occasioni che vorrei aver colto
per le mie mancanze
per la strada giusta
che non ho saputo intraprendere.
Rifletto la mia malinconia
nei sogni
nella speranza che s’aggrappa
ogni giorno ad ogni respiro.
Nel buio e nel silenzio
del finir del giorno
mi adagerò alla sabbia
quale meta del mio restoro.
“La falena” di Giusy Billone con occhio esistenziale ha “guardato” il percorso della farfalla notturna quasi identificandosi con il suo destino.
Nunzia Piccinni è rimansta in tema proponendo versi fatti di “Sogni bruciati”, entusiasmando Mark Veznaver. Accanto a lei Giuseppe, che ha proposto “L’uomo e il mare” di Baudeaire, prontemente riletto in francese da Mark che con il suo cellulare fa miracoli erchè trova tutto in piccoli minuti.
Il mare e il sogno: Hari Bertoja legge dalla sua nuova raccolta “L’uovo che amò le ali” la poesia “Oblio”, un sogno “buio”, al di là del tempo e dell’uomo, dove la conoscenza, immobile, “accende candele sotto all’oceano”.
Ottavio legge una poesia ironica, scritta originariamene in tedesco, che parla di un 22 di agosto al mare….
Gabriella Valera legge una poesia tratta dalla sua prima raccolta “Lasciami danzare”: un sogno meraviglioso si prolunga e trasforma in una riflessione silenziosa nella sua casa. Guarda case e mare e sente la poesia nascere dentro di sé da quel sogno; e infine scrive:: “Ho pensato che se non fossi nata per portare nel mondo quel mio sogno, il mondo avrebbe pianto.”
Mark Veznaver invece propone il sogno di guguaglianza civile di un poeta afroamericano del ‘900.
Elena Giraldi ci racconta i suoi “Momenti di pietra”, nei quali ci sono “attimi minimi, che passo dopo passo […] spingono nella via del dimenticare”. Dimenticanza di ciò che le ha dato calore, nella ricerca di sé stessa.
UN momento di festa: la consegna di nuove tessere… per stare insieme!
La serata si è conclusa nel segno di una frase dello psicanalista Carl Gustav Jung: “se guardo fuori sogno, se guardo dentro mi sveglio”.
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